sabato 24 settembre 2011

Fichi secchi


foto 9 vari ingredienti

Giorni fa un amico mi ha spedito dalla Puglia un pacco contenete  ben 2 Kg di fichi secchi, immagino seccati al sole nel giardino della sua casa,  su uno di quei “cannizzi” tipici delle nostre parti. Da noi i fichi secchi, infatti, si fanno in casa o perlomeno, chi ha fortuna di avere casa, giardino e qualche albero di fico, sicuramente almeno una volta nella propria esistenza si sarà cimentato con questa tecnica di conservazione…. E così era per la mia famiglia. Ricordo di quando ero bambina, di quando mio padre tagliava in due i fichi avanzati dal giorno prima e li adagiava sui cannizzi sul terrazzo di casa e poi con cura li rigirava nei giorni successivi; e di quando si avviava con un grosso “paniere” verso gli alberi di fico che circoscrivevano il suo vigneto, per raccoglierne di freschi.
In settembre poi, quando erano ben secchi, si procedeva ad infornarli e conservarli per l’inverno. Era un rito al quale partecipavamo tutti, in un pomeriggio il lavoro veniva terminato dato che eravamo una bella famiglia numerosa. Era piacevole ritrovarsi con il forno acceso in quei primi pomeriggi più freschi, con la mente già proiettata verso l'imminente autunno. 
Ricordo che per la farcitura usavamo: cacao o cannella, limone e mandorla tostata, per la conservazione, in scatole di latta, usavamo foglie di alloro. 

Diversamente, il mio amico mi ha consigliato cedro e mandorla e, per la conservazione in vaso di vetro, foglie di alloro e semi di finocchio.

Le differenze nel Salento sono minime, alcuni usano le noci al posto delle mandorle con l’aggiunta di pezzettini di cioccolato fondente. Il limone può essere sostituito da scorze di arancio o di mandarino essiccate anch’esse al sole.

Non vi racconto quanto tempo ho perso per cercare il cedro qui in città, ma nulla, ancora introvabile e quindi ci ho rinunciato e mi sono arrangiata così:

COMPOSIZIONE

FICHI SECCHI PRIMA PARTE 
In un caldo pomeriggio di fine settembre

Ho preparato il primo chilogrammo di fichi con il metodo di famiglia. Per prima cosa ho tostato in forno le mandorle dopo averle sbucciate.

foto 2 limone

Sistemata una strisciolina di limone, cacao e mandorla, li ho serrati stretti facendo combaciare i bordi sotto la pressione delle dita e premuto con forza anche  con il palmo della mano…. e li ho infornati a 150° per una quindicina di minuti, cioè fino a quando non li ho visti un po’ scuretti…

foto 4 limone 

Ho lasciato raffreddare e sistemati a strati in un contenitore di vetro (munito di coperchio) aggiungendo semi di finocchio e foglie di alloro.

foto 6 limone

foto 8 limone

FICHI SECCHI SECONDA PARTE 
In un'assolata mattina di fine settembre

Nella seconda versione ho pensato di sperimentare il lime al posto del cedro,

foto 1 lime
ho aggiunto la cannella ed ovviamente la mandorla tostata ...

foto  2 lime

Per il resto tutto ripetuto come sopra, tranne nella conservazione, infatti per questi ho utilizzato chiodi di garofano sempre uniti all’alloro.

foto 5 lime

Immagino che questi ultimi risulteranno più speziati… non li ho ancora assaggiati, lascio passare un po’ di tempo e poi vi dirò…...

foto lime 7 logo

E con questa ricetta e foto partecipo al 
Calendario  di ottobre AMMODOMIO 



Altre foto le trovi su Flickr


giovedì 8 settembre 2011

Tarte aux quetsches (torta di prugne)

Se non ora quando ?
E' tempo di prugne...quante prugne sui banconi della frutta, tante e di tante forme e colori; ma qui parliamo esattamente di quelle che in Alsazia si chiamano “quetsches”, le prugne ovali e di colore viola scuro….
Ne ho acquistate ben “due kilogrammi” per non correre il rischio di rimanerne senza in previsione di attacchi diurni e “notturni” da parte dei familiari e le ho lasciate maturare due giorni fuori dal frigo con dovuto preavviso al previsto utilizzo. Mi è andata bene!!! Sono riuscita a salvarne il giusto numero necessario anche per scegliere le migliori, le più mature.

FOTO 7

La base di questa tarte è la mia solita pasta brisée che io faccio alla maniera di mia madre, un po’ diversa da quelle che vedo in web solitamente lavorate come la pasta frolla…  uhmmmm non buono... la pasta brisée non ha l’aspetto liscio e lucido che trovo in tante foto…comunque, io suggerisco così :


Pasta Brisée (per torte dolci o salate)

200 gr. di farina
100 gr. di burro
1 presa di sale
1-2 cucciai di zucchero (per torte dolci)
1 bicchiere scarso di acqua

Mettere la farina, il sale e lo zucchero in una terrina (lo zucchero solo per le tarte dolci)
Aggiungere il burro freddo a piccoli pezzetti aiutandosi con le dita infarinate e la punta di un coltello in modo che il burro non incolli alle mani.   Fare un pozzetto e aggiungere l’acqua; mescolate rapidamente con la punta delle dita a formare una palla aiutandosi con una spatola per dolci. Farla rotolare su un piano infarinato senza lavorarlo e lasciarlo riposare per almeno ½ ora
Riprendere la pasta e schiacciarla velocemente allargandola su un piano con il palmo della mano (così si schiacciano i pezzi di burro per dare coesione alla pasta). Piegare in quattro la sfoglia a fazzoletto senza lavorarla e se i pezzi di burro sono troppo evidenti (perché tagliati troppo grossi) ripiegarla ancora una volta sempre schiacciando con il palmo; infine stenderla con il mattarello infarinato sul piano di lavoro leggermente infarinato anch’esso.


Tarte aux quetsches (torta di prugne)

250 gr. di pasta brisée
1 kg. di prugne
100 gr. di zucchero
cannella in polvere

Imburrare una tortiera con bordo un po’ alto e  zigrinato – stendere bene un foglio di alluminio facendo aderire bene anche i bordi scanalati
Alloggiare la pasta brisée stesa precedentemente con il matterello. Fare in modo che la pasta alloggi bene su tutto il fondo e, seguendo la piega della teglia, superi il bordo della stessa. Con il mattarello togliere gli avanzi facendolo passare su tutta la circonferenza della teglia.
Foracchiare il fondo della pasta con i rebbi di una forchetta.

FOTO 1

Tagliare in quattro parti le prugne eliminando il nocciolo e sistemarle appoggiandole una affianco all’altra, partendo dal bordo, in modo consecutivo e concentrico. 

FOTO 4

Spolverare di cannella e zucchero.

FOTO 5

Mettere la torta per 30 minuti sul ripano centrale del forno già caldo a 200° e, conseguentemente, altri 10 minuti nel ripiano più in basso. Toglierlo dal forno e sistemarlo su di una griglia.
Volendo si può aggiungere altro zucchero e cannella o zucchero glassato (consigliabile nel caso di prugne acerbe e un po’ aspre).

FOTO 8

Sorprendente vero la differenza del colore tra la prugna cotta e quella cruda?
Voglio solo aggiungere che è venuta "buonissima"!!!!!!!




e si parla di questa torta anche Qui!